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Val Verdés (Val di Non) - Quando si dice "Bus della pegola"!

Taio - Còredo - Val Verdés - baita 7 Larici - Rifugio Sóres - Bus della Pegola - Taio

23 luglio 2006

Tempo di percorrenza 3 ore e 21 minuti
Distanza km 29
Dislivello in salita m. 890 circa
Dislivello in discesa m. 890 circa
Pendenza massima in salita 23% (ok, qualche metro)
Pendenza media 7%
Altezza massima raggiunta 1.344 (passo di Predaia)
Ciclabilità

Quasi totale

Difficoltà Medio/facile
Punto di partenza e di arrivo Un po' sopra il paese di Taio (m. 515 s.l.m.)
Cartina usata Kompass - Valle di Non/Nonstal , foglio 95, 1:50.000 (eh lo so lo so... )
Orientamento Semplice e ben segnalato
Punti di ristoro nei vari paesi attraversati, baita 7 Larici, Rifugio Sores. Fontana verso i 3/4 del Verdés
Note Giro interlocutorio, non molto faticoso, a quota non elevatissima, molti tratti nel bosco. Bel panorama sulla val di Non, poche montagne, solo il Brenta che spunta ogni tanto. Ai 7 larici e al rifugio Sores un bel po' di gente, dove c'era da faticare nessuno a parte 4 cavalieri incrociati di striscio. Si passa di fianco a un maneggio e a una stalla: munirsi di repellente per tafani, le bestiacce!
Profilo altimetrico
Il ciclocomputer c'ha le sue cose, va quando vuole. Verso la fine si e' perso qualche chilometro ma in definitiva profilo altimetrico affidabile
Accessi A22 del Brennero, uscita San Michele quindi a destra in direzione Val di Non, Cles. A circa 15 km dal casello si trova Taio, punto di partenza dell'escursione.
Link utili  
   


Còredo - Foto Loriz che ringrazio :)

Oggi serve un giro non troppo impegnativo né lungo che pomeriggio ci sono impegni. E possibilmente dalle parti della Val di Non. Questa volta prendiamo lo spunto dal volumetto "Percorsi in Mountain Bike" di Luigi Chini, bel libro con 40 itinerari trentini ognuno con breve descrizione, road book molto preciso con quota e distanza, cartina, profilo altimetrico, foto scattate lungo il percorso e qualche cenno turistico/storico o curiosità. Percorso riveduto e corretto visto che parte era già stata fatta un paio di anni fa e 1430 metri di dislivello con 45,3 chilometri di lunghezza non sono proprio un giretto da giornata con impegni.

 
Castel Braghèr  
 
Castel Braghèr, scorcio del cortile (foto Loriz)  
Partenza prestissimo da Bolzano per schivare la "calura africana dell'Italia stretta dalla morsa dell'afa e da temperature di N. gradi superiori alla media climatica stagionale e il traffico in tilt per il grande esodo dei vacanzieri tedeschi diretti alle spiagge adriatiche". Umpf. Già 10 giorni prima quasi mi becco un'insolazione da quelle parti pedalando a 43° sotto il sole a picco.

Raggiunto il paese di Taio, poco dopo la chiesa si stacca sulla destra una strada in salita in direzione di Tres. Qualche centinaio di metri piu' avanti, all'altezza di un incrocio con una stradina asfaltata che arriva da destra, c'è un parcheggio con 5-6 posti macchina ombreggiati. Punto perfetto per mollare il van e iniziare a pedalare lungo la strada che sale verso Tres. Costeggiato un olezzante "centro di riciclaggio", circa mezzo chilometro più avanti, all'altezza di un tornante e di una cascina con stalla e mangiatoia per cavalli, si svolta a sinistra in direzione di Còredo (cartello indicatore). Una breve salita poi in piano fino a raggiungere, in mezzo agli alberi, Castel Braghèr. Tuttora abitato, proprietà dell'antica famiglia Thun, bello e ben tenuto per quanto dall'aspetto un po' lugubre. Aspetto accentuato dalla presenza, oltre la strada, di una cupa chiesetta del XIII secolo dall'intonaco cadente, affrescata con una Via Crucis, che meriterebbe a mio avviso maggior cura. Costruito nel XII secolo, restaurato ed ampliato, è arricchito da una cappella affrescata, da un arioso cortile con una bella e grande fontana e custodisce preziosi arredi e opere d'arte rinascimentali. Nella torre del castello, narra l'immancabile leggenda, fu rinchiusa una contessina innamorata di un plebeo, e lasciata morire di fame.

Due tafanazzi affamatissimi si incaricano di riportarmi alla realtà: un beccone sull'avambraccio, che mi fa immediatamente una reazione allergica con ponfo dimensione hamburger, uno sulla chiappa sinistra e uno sulla chiappa destra. Meglio saltare in sella e pedalare più veloce di quanto loro sappiano volare! Il che, visto che la strada inizia a salire, non è un'impresa di tutto riposo :D Appena mi fermo a guardare 2 scoiattoli che fanno le evoluzioni sui rami, le bestiacce tornano all'assalto. Indi, via di corsa su per la vecchia carrozzabile, che collegava Taio a Còredo, asfaltata ma a tratti con fondo sconnesso, prestando attenzione che è aperta al traffico, per quanto scarso. La stradella termina in paese (km 3,5 ,m. 835 s.l.m., m.226 dislivello totale), all'altezza di una grande croce di pietra e di un bivio che porta, a sinistra nel centro di Còredo, a destra verso un "monumento vegetale" del quale la qui presente redattrice non sa una beata cippa. Mi informerò e relazionerò (trovato un link, non dice moltissimo ma meglio che niente). Si entra quindi in paese e si prosegue dritti fino alla piazza, caratterizzata da una bella fontana rotonda. Dritti davanti al nostro naso parte la strada per Tavón, comoda e piana, con un'ampia veduta sulla val di Non, sui frutteti, sulle Maddalene, qualche scorcio di Brenta e sul lago artificiale di Santa Giustina.

Brenta


In un orto di Coredo


 
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