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La piccola bottega degli orrori pag.4

Monte Stivo, Trentino:  

 

Splendido esemplare di cervo finto, posto davanti ad una casetta nei pressi di Malga Campo, sul monte Stivo. Chiedo scusa per la pessima qualità delle foto ma è un reperto imperdibile

Passo Rolle, Trentino:    
  Pavimentazione del sentierino che da malga Rolle porta, in mezzo al bosco, ai laghetti di Colbricon. Spero di non trovare a breve le rive del lago con la moquette. La zona fa parte della riserva integrale del parco di Paneveggio. Vorrei ricordare che è in progetto un nuovo collegamento sciistico, tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle, attraverso la vicina Val Bonetta, che rovinerebbe per sempre un magnifico angolo del Lagorai. Qui, sul sito "Alterpan - la Rete del Parco" una vibrata protesta per l'ennesimo scempio.
Val di Rabbi, Trentino:    

Parco naturale dello Stelvio: imbrigliamento di un torrente. Pratica diffusissima in tutta la regione, è sempre piu' difficile trovare un torrente naturale.

Prealpi Orobie, Lombardia, Monte Molinasco:

Metto la foto di questa perchè è eclatante, ma sono centinaia: le croci di vetta. Passano dal fastidioso al brutto all'orribile, allo choccante come dice l'amico che me l'ha segnalata. Non c'e' vetta, montagna, collina, montarozzo che non abbia in cima qualcosa: croci, cappelle, statue di santi o madonne, tralicci, ripetitori televisivi o telefonici.
Ringrazio Guglielmo Losio (Gölem) per la foto. Sul suo sito, "sassbaloss" un'altra foto della croce degna di nota.

Paganella, Trentino:
  Selva di antenne sulla vetta della Paganella
Valle di Bresimo, malga Binasia, Maddalene, Trentino:

La colata di cemento sotto malga Binasia
  La strada forestale, chiusa al traffico privato salvo autorizzazione, che parte da 1.450 metri per arrivare a Malga Binasia di Sopra, 2.100 metri: allargata moltissimo, in certi punti pare una provinciale, livellata, inghiaiata, compattata, ogni 10 metri lineari un canale di scolo, da chiedersi che senso abbia per una strada lunga quasi 6 chilometri chiusa al traffico. Ma quel che è peggio gli ultimi 2/300 metri sono stati cementati! Un'orribile e inutile colata di cemento visibile da molto lontano, uno scempio inutile.

A pensar male si fa peccato, diceva un certo Andreotti, ma ci si azzecca. Quanto tempo passerà prima che la malga diventi un agritur, che la strada venga aperta e inizi il via vai di auto, SUV, puzza e invasioni barbariche? Non vedo altrimenti il senso di lavori così imponenti per permettere alla campagnola dei malgari di salire fino lassù.

La forestale sfocia nel cemento


Il vecchio camino di malga Bordolona, distrutto. (Mi scuso per la scarsa qualità dell'autoscatto, ma è l'unico documento che mi sia rimasto)
 

I soldi, dice qualcuno, meglio che arrivino in valle piuttosto che fermarsi a Trento. Ad ogni costo? Arrivano in valle per distruggere invece che per salvare il salvabile.

Anche la ristrutturazione della malga, costruita in una bella conca prativa, mi lascia alquanto perplessa, mi pare molto kitsch. Qui un'immagine di com'era prima della ristrutturazione (foto Loriz che ringrazio). Aveva bisogno di lavori, questo è certo, ma ora non sembra più una malga ma un vezzoso cottage.

La stessa logica usata per la ristrutturazione di malga Bordolona, pochi km più avanti verso la testa della Valle di Bresimo. E' stata ristrutturata e una parte degli edifici trasformati in agritur, snaturandone completamente l'interno. Il grande camino in pietra è stato smantellato, è stata messa "a norma" e ora sembra un'anonima trattoria di periferia. Probabilmente mettere a norma rispettandone l'anima sarebbe costato molto di più, ma mi chiedo allora se una parte dei famosi soldi della Provincia non potrebbero essere investiti in questo tipo di interventi, per aiutare chi vuole aprire un'attività riducendo l'impatto ambientale al minimo. Certo, costa, ma quanto costerà quella colata di cemento e quanto costa la perdita dell'identità culturale di una popolazione? Il famoso sviluppo sostenibile non è praticabile? Nemmeno nelle piccole cose, in una valle peraltro ancora molto molto bella. Peccato.

 

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©franza Moscone Bianco