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Francesca Bonatta detta Franza
alias il "Moscone Bianco"

(qui ritratta nel magnifico Gruppo del Lagorai nei pressi dei Laghetti della Val dell'Inferno)


Vista la sospetta "smemoratezza" della suddetta nell'inviare una propria biografia, traccio io un breve profilo (n.d.a A. Ghezzer).

Il Ghezzer e la Franza si sono conosciuti via internet, attraverso la web-zine di viaggi "Andata & Ritorno", e poi via e-mail.

Vinta la reciproca repulsione del primo incontro "de visu" :), hanno iniziato ad andare in montagna insieme. Noblesse oblige, si potrebbe dire, perche' i due non trovavano mai un cane rognoso con cui andare... Ohe' non fraintediamo: cio' era dovuto per la deplorevole latitanza dei rispettivi coetanei, che neppure quarantenni erano ormai ridotti a rottami umani. Constatato il buon affiatamento tra i due, e soprattutto le sorprendenti doti di camminatrice della Franza (soprannome ingentilito con una "a" finale dal Ghezzer, poiche' nel parentado ella era apostofata con un teutonico "Franz") la Bonatta diventa infine il mitico "Moscone Bianco". Di dove proviene questo curioso soprannome, si chiederanno in molti? Presto detto: dal Ghezzer :). Egli sostiene che le donne si dividono in due categorie: quelle che in montagna caminano senza lamentarsi e quelle invece che frignano dall'inzio alla fine (della serie "ho freddo ho fame ho sete ho sonno voglio tornare a casa eccetera).

Orbene, la Franza rientrava sicuramente nella prima categoria, cioe' quella delle donne tutte d'un pezzo che camminano e basta e che, proprio per questo, sempre secondo il Ghezzer, sono cosi' rare da doversi considerare per l'appunto "mosche bianche". Ma si poteva chiamare semplicemente "mosca" una come la Franza, la cui poderosa stazza suggeriva ben altro che la alata leggerezza di un insetto? Certo che no. Infatti divenne subito "moscone", e poi "bianco" per la livrea invernale dovuta alle uscite sulla neve. Nacque cosi' "Moscone Bianco", soprannome che ha poi preso piede nel niusgruppo, con grande scorno del Moscone medesimo :DDD

Grazie ai pazienti insegnamenti del Ghezzer, vecchio lupo delle Dolomiti, il Moscone diventa ben presto una provetta escursionista invernale (beh si fa per dire): a piedi, con le ciaspole, con gli sci di fondo e... col sedere (per via delle cadute :))).

Attendiamo qui, ora, la biografia ufficiale del Moscone Bianco...
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