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Durnholzertal/Valdurna (Val Sarentino - BZ) pag.4


Durnholzer See / Lago Valdurna

 
Fontana  
 
La meridiana  
Come suggerito dalla nostra guida, un tantino incasinata questa volta a dire il vero, oltre il Maurer imbocchiamo la strada asfaltata che sale alla nostra sinistra (segnavia bianco/rosso n.4 - Durnholz), passiamo davanti ad una splendida fontana in legno con tettoia, panca per riposare, bicchiere di vetro pulitissimo, scopetta e detersivo e dopo aver rabboccato le borracce ci immettiamo nella sterrata che si stacca, piana, alla nostra destra (km.12,5), seguendo sempre l'evidente segnavia b/r. Da questo punto in poi non lo si perde più, ad ogni bivio c'è la freccia di legno o la traccia dipinta su un albero.

Dopo un tratto piano e una ripida ma breve rampa sassosa (a spinta) che si inerpica verso sinistra (segnavia!) il sentiero, largo e comodo, si inerba passando in piano fra cespugli di sorbo coperti di bacche rosse, costeggia un maso con una meridiana dipinta sulla facciata e si impenna (di nuovo a spinta), all'altezza della legnaia, verso sinistra (segnavia b/r - km.13). Poche decine di metri in salita ed il tratturo spiana scorrendo tra un muro a secco e uno steccato. L'erba è altissima, non pare passi molto traffico da queste parti.

A km.13,8 si sbocca su asfalto e si vede finalmente Durnholz/Valdurna, con il suo bel lago acciambellato ai suoi piedi. Sempre seguendo l'indicazione bianco/rossa si gira a sinistra e ci si arrampica fino ad un gruppo di case e ad una cappella. Da qui in comoda leggera discesa in un attimo si arriva in paese (km 14).

FAME! SETE! All'inizio dell'abitato c'è un bar-ristorante, lo Jägerhof, sponsor peraltro della FunBike: detto fatto, posteggiate le bici, ci sediamo all'esterno ad un tavolone di legno. Poco dopo arrivano le birre, chiediamo qualcosa da mettere sotto i denti. Alle nostre spalle, in veranda, diversi turisti, tutti italiani, e non lo si capisce solo dall'idioma, sono al grappino e paiono soddisfatti del pranzo. Un tagliere freddo, va bene? Benissimo, grazie. Non so se è l'ora, se hanno più ospiti del previsto o per quale diavolo di motivo, ma: il pane è malamente decongelato, tiepido all'esterno, duro come un sasso e gelido all'interno. Lo speck è troppo giovane e molliccio, il graukäse troppo freddo, l'altro pezzo di formaggio è un anonimo Emmental o qualcosa di simile di provenienza supermercato, o almeno quella è l'impressione. Una forchettata di sottoli anche quelli dozzinali, l'unica cosa decente mezzo kaminwurz. Al momento di pagare però il conto è di tutto rispetto: 11 euro e spiccioli a testa! Non so che dire: il locale era pieno, gli altri avventori mi parevano contenti, forse l'ora non era la più indicata, le 3 del pomeriggio... ma cribbio almeno il pane scongelalo come si deve! e lo speck non ha bisogno di preparazioni particolari, basta che sia invecchiato il giusto e di buona qualità! Insomma, per spuntini volanti non mi sento certo di consigliarlo, per pranzare sospendo il giudizio.

Durnholz/Valdurna Durnholzer See/Lago Valdurna
Finito il lauto pranzo, con i cabasisi un tantino girati, riprendo la bici per fare il giro del lago, non prima però di essermi fermata a vedere gli interni della splendida chiesa di S.Nicola. Un sorprendente ciclo di affreschi quattrocenteschi della "scuola di Bolzano" recentemente scoperti e restaurati, raffiguranti un Cristo benedicente, simboli degli Evangelisti, figure degli Apostoli sulle pareti laterali; scene del martirio di San Vito dietro l'altare e scene della vita di San Nicolò sull'arco di trionfo, un'altra meraviglia in questa piccola valle in cima al mondo. Molto bello anche il piccolo cimitero che la circonda, con le tipiche croci in ferro battuto molto più belle delle spesso pretenziose lapidi in marmo dei nostri campisanti. Mi colpisce il monumento dedicato ai caduti delle due guerre: troppi, davvero troppi, soprattutto per una comunità così piccina.

Fatto il giro del lago, attenzione al sentiero della riva meridionale, stretto e sterrato ma soprattutto molto frequentato da escursionisti a piedi, ci si ferma a fare il punto della situazione. La guida suggerisce di imboccare la stradina che, dalla fermata dell'autobus si stacca in salita verso sinistra e che dovrebbe portare, dopo diverse deviazioni, a San Martino. Almeno altri 200 metri di dislivello e diverso sterrato. Io ne avrei abbastanza! Fra pifferi e trallalleri, sbagli e deviazioni, ho già collezionato 950 metri di dislivello, ho spinto, trascinato, mi son fatta travolgere dalla bici a sufficienza per oggi. Calzo l'odiato casco e mi fiondo giù per la veloce discesa sulla provinciale, divertendomi un bel po', più da bitumara che da mtbiker. La qui presente redattrice, nota cagasotto in discesa, ha raggiunto la, per lei rispettabilissima, velocità di 65 km/h e in un batter d'occhio è all'auto.
 

 
 
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