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Corno del Renon - Alpe di Villandro pag.3

Alpe di Barbiano - Merlboden

E infatti si parte quasi subito a spinta: non solo erto, ma ben presto strettissimo e sassoso, poi fangoso e scivoloso, poi... insomma tutto il campionario. Il caldo umido del bosco pareggia il freddo becco del Corno: fra una spinta e un porcodiavolo sudiamo come fontane. Lato positivo della faccenda: si recupera velocemente dislivello e quando ci ricongiungiamo alla carrareccia più di 100 metri sono fatti. Continuiamo a salire molto più comodamente, e le ripide rampe che superiamo ci sembrano addirittura riposanti. In breve raggiungiamo il Nussbaumer, simpatica baita-ristoro dove ho un'accesa discussione con un paio di somari sui diritti relativi a un mio gomito, e dove resistiamo alla tentazione di una birra: comincia a far tardi e non abbiamo la benché minima idea di alcune cose di una certa importanza: 1. quanto manca 2. siamo giusti?

 
Nussbaumer   Gli asini del Nussbaumer

Ed eccoci ad un altro bivio/dilemma/discussione: che sia la stanchezza o la vis polemica? A pensarci ora dubbi non ce ne sono e la cartina pare chiara. Ma da seduti al PC o in mezzo al bosco affamati e stanchi le cose cambiano. O forse ora sappiamo esattamente dove eravamo, al momento lo si supponeva solo. Questi i cartelli indicatori. Dritti in salita o a sinistra in discesa? Rittnerhorn o Kapranica/Unterhorn? Margoni parla di Kapranica, ma caspita, per il ritorno ha fatto un altro giro! Siamo a 1924 m., dobbiamo arrivare a 2100 circa. La cresta verso il Corno è lì davanti, non si vede ancora ma la mia bussola interiore me lo dice ;) e soprattutto NON INTENDO scendere nemmeno un metro di troppo. Dritti? Dritti! Poche centinaia di metri oltre l'incrocio usciamo dal bosco, ed ecco a sinsitra il Corno del Renon e davanti a noi, non proprio vicinissima, l'Alpe di Barbiano e la strada dell'andata che dobbiamo raggiungere. Prati, mucche, cavalli, baite sparse, steccati tutto attorno e alle nostre spalle le Dolomiti che iniziano a prendere i colori del tramonto.

 
Loc. Merlboden   Da Merlboden verso le Dolomiti

Innumerevoli cancelli più avanti, finalmente superiamo il noto muro di sassi a secco incontrato all'andata passando le bici a mano sopra un cancello alto chiuso e inamovibile (loc. Merlboden cartina Tabacco. 22 km, m. 2074, 1168 dislivello totale). Sono quasi le 18, ma ormai il grosso è fatto.
Davanti a noi la vetta del Corno del Renon e poco lontano il colmo dal quale non ci resterà che scendere verso Collalbo e verso il Moscovan lungo l'itinerario dell'andata. Mi prendo tutto il tempo di cazzeggiare, guardarmi intorno, fotografare montagne, muri, staccionate, sassi, fili d'erba, mosche, nuvole e ogni cosa fotografabile. La libidine delle digitali! Perfino le pecore non ne possono più di farmi da modelle. C'è una luce bellissima, le ombre lunghe della sera, e non c'è più in giro un'anima vivente: tutti già in albergo davanti al piatto di canederli.

 
L'ultima salitella   Pecore sul colmo del rientro
 
Inizia la discesa   Ombre lunghe sull'altipiano

La discesa è una divertente e veloce corsa senza nessuna difficoltà di rilievo. Ormai la strada la conosciamo, non ci sono turisti da investire, bivi sui quali discutere, fa fresco, siamo stanchi il giusto, e il richiamo della doccia si fa sentire. Quando arriviamo all'auto, il ciclocomputer ci dice: 33 km, 1200 metri di dislivello.

Scendendo in auto un ultimo spettacolo: un magnifico tramonto sullo Sciliar.

Anche questo è un giro da stagioni intermedie: le quote non sono altissime e in piena stagione quassù c'è l'universo mondo. La ravanata sul sentiero di cui sopra è tranquillamente evitabile: basta prendere la strada di sinistra e al primo bivio girare a destra: si arriva esattamente nello stesso punto del sentiero n.0 risparmiando una bella dose di fango, caldo e siracche.

Il Renon è uno dei luoghi altoatesini famosi per il Torggelen: nei giorni seguenti la vendemmia si passa di maso in maso ad assaggiare il vino nuovo o il mosto accompagnato da merende contadine a base di spek, crauti, canederli, krapfen e dalle immancabili caldarroste.

Tramonto sullo Sciliar


 


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